L’Imperativo della Distribuzione Equa
Introduzione e Tesi Centrale
- Il Paradosso dell’Innovazione: Le ondate di progresso tecnologico generano ricchezza e produttività senza precedenti, ma storicamente tendono a concentrare i benefici in poche mani (i proprietari del capitale e delle nuove competenze).
- La Tesi: Una crescita del divario tra la capitalizzazione di mercato (valore speculativo) e il Prodotto Interno Lordo (reddito effettivo generato, con al suo interno le distorsioni delle disuguaglianze) è il segnale di una insostenibilità. Se i benefici non sono ridistribuiti proattivamente, l’eccesso di ricchezza speculativa, disaccoppiata dall’economia reale, genera crisi finanziarie e, in ultima analisi, instabilità sociale e politica.
- L’Urgenza: Il ritmo della tecnologia odierna (AI, robotica) rende questo rischio più acuto e potenzialmente meno governabile pacificamente rispetto al passato.
Caso Storico 1: La Seconda Rivoluzione Industriale (Pre-1914)
- L’Innovazione: Elettricità, Petrolio, Acciaio, Chimica.
- La Concentrazione: I benefici si accumulano nelle mani dei magnati (Baroni Rapaci negli USA) e nei nuovi grandi trust che detengono il capitale e la proprietà intellettuale (es. J. P. Morgan nel settore bancario, Rockefeller nel petrolio).
- Il Segnale di Crisi:Il Panico del 1907 (Crisi di liquidità).
- Nessuna Banca Centrale per gestire il panico.
- Dimostrazione che l’eccesso speculativo e la fiducia concentrata nel settore finanziario (le trust companies) potevano paralizzare l’economia reale.
- La Soluzione Riconosciuta: La necessità di creare la Federal Reserve (1913) per stabilizzare il sistema; un primo, sebbene insufficiente, tentativo di governance.
Caso Storico 2: Gli Anni ’20 e la Crisi del 1929
- L’Innovazione: Produzione di Massa (Fordismo), Elettrodomestici, Radio.
- La Concentrazione e la Speculazione: L’aumento della produttività non è pienamente e rapidamente accompagnato da un aumento dei salari. Gran parte della nuova ricchezza confluisce nel mercato azionario.
- Si innesca un circolo vizioso in cui l’enorme capitalizzazione di Borsa (il valore delle azioni) cresce a un ritmo superiore alla crescita del PIL reale (la capacità di consumo e reddito della popolazione).
- La Crisi:Il Crollo di Wall Street (1929).
- La bolla speculativa scoppia quando si realizza che i profitti non possono crescere all’infinito se il potere d’acquisto della massa di lavoratori e consumatori rimane stagnante.
- La Soluzione Riconosciuta: Il New Deal e la creazione di strumenti di ridistribuzione (regolamentazione finanziaria, sicurezza sociale, sindacalizzazione) per riallineare i benefici del capitale e del lavoro.
Analisi del Ciclo di Eventi

1. Innovazione Tecnologica 💡
- Azione: Nuove tecnologie aumentano la produttività potenziale e la ricchezza totale.
- Effetto: Creazione di nuove industrie e di una domanda per nuove materie prime e mercati (motore del colonialismo/imperialismo pre-1914).
2. Accumulazione e Concentrazione della Ricchezza 💸
- Azione: I benefici dell’innovazione si concentrano nel capitale e nelle élite, creando un divario crescente tra produttività e salari reali.
- Effetto: Il potere d’acquisto interno non è sufficiente ad assorbire l’intera produzione potenziale.
3. Formazione di Bolla Speculativa 🎈
- Azione: L’eccesso di capitale concentrato cerca rendimenti rapidi e inflaziona il valore dei titoli di Borsa (aumento del rapporto Capitalizzazione/PIL).
- Effetto: Disconnessione tra il valore finanziario e l’economia reale.
4. Crisi Economica 📉
- Azione: Lo scoppio della bolla finanziaria porta a fallimenti bancari, contrazione del credito, crollo della produzione e disoccupazione di massa (es. Crisi del 1929).
4a. Crisi della Fiducia nel Multilateralismo e Istituzioni 🕊️
- Azione: La crisi economica mondiale, aggravata dalla disuguaglianza interna, porta i governi a politiche di “beggar-thy-neighbor” (rovina il tuo vicino):
- Protezionismo: Aumento dei dazi per difendere la produzione interna (es. il Smoot-Hawley Tariff Act USA del 1930).
- Blocchi Commerciali/Valutari: Abbandono del Gold Standard e svalutazioni competitive.
- Effetto: Il commercio internazionale crolla, approfondendo la depressione globale. La sfiducia nelle istituzioni internazionali (come la Società delle Nazioni) e nelle alleanze preesistenti aumenta. Il mondo si divide in blocchi economici e ideologici aggressivi (es. ascesa dei regimi totalitari che rifiutano la cooperazione internazionale).
5. Esplosione del Conflitto 💣
- Azione: Le nazioni, incapaci di risolvere i loro problemi interni (disoccupazione, fame) attraverso la cooperazione economica, vedono l’espansione militare (imperialismo, conquista di risorse) o la produzione bellica (come soluzione keynesiana alla disoccupazione) come l’unica via d’uscita dalla crisi.
- Effetto: Guerra come strumento politico per risolvere la competizione economica e le tensioni sociali.
Non è difficile individuare in quale fase siamo collocati oggi CHE FARE ?
L’Imperativo della Ridistribuzione Proattiva
La storia ci insegna che l’innovazione è una forza potente, ma non neutrale: se non governata, accresce la disuguaglianza.
- Necessità di un “Nuovo Patto”: Oggi, la ridistribuzione non può essere solo una risposta alla crisi (come nel 1930), ma deve essere un meccanismo proattivo e strutturale.
- Le Leve Politiche per la Pace Sociale:
- Tassazione del Capitale/Rendite: Riforma fiscale per tassare adeguatamente i profitti derivanti dall’automazione e dalle rendite digitali, non solo il reddito da lavoro.
- Investimento in Competenze: Massicci investimenti pubblici in riqualificazione (reskilling) e accesso universale all’istruzione per ridurre il mismatch di competenze e il digital divide.
- Politiche Sociali di Base: Esplorazione di nuove forme di sostegno al reddito o di dividendi da innovazione (es. forme di reddito di base o sussidi per la formazione continua) per fornire un cuscinetto contro la disoccupazione tecnologica.
Il monito: Non permettere che la spinta speculativa e la disuguaglianza, generate dalla tecnologia, diventino così estreme da richiedere soluzioni radicali e non pacifiche per ripristinare l’equilibrio. La stabilità del sistema economico globale e la coesione sociale dipendono dalla nostra capacità di socializzare i benefici dell’innovazione.
Un altro percorso da valutare può essere la seguente ipotesi di lavoro
Per uno sviluppo armonico la gestione aziendale deve passare da un modello shareholder ( solo a favore degli azionisti) ad un modello stakeholder (a favore dei soggetti interessati). Non raccomandazioni o linee guida ( come suggerito Il 19 agosto 2019 dalla Business Roundtable Association) ma passaggio di poteri nella nomina degli amministratori a cominciare dalle società che erogano servizi in concessione e di pubblica utilità. E’ possibile avviare sperimentazioni a partire da società a controllo pubblico o che operino su concessioni pubbliche?
La proposta che emerge è quella di un modello ibrido di impresa, che supera le criticità del capitalismo degli azionisti e le limitazioni delle cooperative. Questo modello, pensato in particolare per le aziende di pubblica utilità, si basa su un principio di governance tripartita che distribuisce il potere decisionale tra i tre stakeholder principali in tal modo governare efficacemente l’impresa e distribuire equamente i vantaggi delle innovazioni evitando da subito i rischi da eccesso di accumulazione.
Rappresentanza Equilibrata: Assegnare il cinquanta percento dei seggi agli azionisti, il venticinque per cento ai dipendenti e un venticinque ai clienti-utenti creerebbe un vero equilibrio di potere. Nessuna delle parti potrebbe prendere decisioni in modo unilaterale, costringendo il management a cercare un consenso e a considerare tutti gli interessi e non solo una giusta redditività degli investimenti.
Qualità del Servizio e Sostenibilità: La presenza dei rappresentanti dei clienti/utenti nel Consiglio di Amministrazione (CdA) spingerebbe l’azienda a concentrarsi sulla qualità del servizio, sui prezzi equi e sulla sostenibilità a lungo termine. I clienti non hanno interesse a massimizzare i profitti a scapito della qualità del servizio, ma a garantirne l’affidabilità e l’accessibilità.
Innovazione e Efficienza: I rappresentanti dei dipendenti porterebbero al tavolo la loro conoscenza diretta dei processi operativi. Possono suggerire miglioramenti, identificare sprechi e garantire che le decisioni sul personale siano giuste ed efficienti, non solo orientate al taglio dei costi.
Questo modello si sposa più facilmente con forme di investimento con logica più similare ad un fondo pensione piuttosto che un hedge fund
