La democrazia vive solo se esistono partiti. I partiti sono per eccellenza i luoghi che organizzano interessi, culture, sentimenti , aspirazioni dei cittadini;  che ogni cittadino può scegliere per potere esprimere le proprie convinzioni ed elaborare scelte di azione condivise, sulla base di principi e valori comuni.

Per potere essere luoghi di partecipazione ed elaborazione collettiva, i partiti hanno bisogno di risorse anche economiche. Se il loro finanziamento dipende esclusivamente dalle possibilità economiche degli aderenti, le scelte politiche saranno piegate agli interessi dei pochi con grandi disponibilità economiche.

La politica non può essere un privilegio dei ricchi! Ne va della democrazia e delle libertà.

Il disegno di legge   presentato dal sen. Andrea Giorgis vuole porre questo nodo agli iscritti, ai simpatizzanti, agli elettori ben sapendo che in questa fase storica – in cui si affermano e crescono populismi e disaffezioni dalla politica – il tema è rischioso. Ma non per questo si deve rinunciare a cercare strumenti per allargare e far vivere la democrazia dei e nei partiti.  

I partiti politici e segnatamente il PD devono fronteggiare LA sfida DELL’assenteismo elettorale CHE È segno di sfiducia. QUESTO richiede non solo soluzioni identitarie e strategie più suscettibili di trovare il consenso di chi maggiormente subisce vecchie e nuove  disuguaglianze , ma anche capacità di creare partecipazione organizzata e intelligenza collettiva durevole nel tempo.

IL PD rappresenterà così le diffuse ragioni di disagio e protesta E saprà tradurle in proposta condivisa, eviterà così scorciatoie tecnocratiche e invece utilizzerà appieno le esperienze e le competenze di cui iscritti vecchi e nuovi sono depositari. 

In questo modo il partito può essere anche scuola di politica e non delegare tutto il proprio funzionamento ad amministratori già sovraccarichi e tutta la propria comunicazione a modalità di impiego dei media inadeguate al confronto che crea vera opinione pubblica.

Un partito che si limiti a essere comitato elettorale  appalta all’esterno conoscenza e comunicazione, agisce solo in periodo elettorale, e ha necessità di grossi finanziamenti privati, che condizionano inevitabilmente la sua linea , non ha bisogno di partecipazione ma solo di consenso .

I partiti di massa come Pci, PSI,DC producevano conoscenza, comunicazione, partecipazione ,  finanziamento  di origini anche interna, ma sono una esperienza irripetibile oggi, dove prevale un voto di opinione, compresa quella che non vale la pena votare e la società è più complessa,.  

Dobbiamo perciò creare un partito di tipo nuovo che offra opportunità concrete di conoscenza e comunicazione tra persone e non solo coi social media, partecipazione per  coniugare  giusta protesta e proposta per il governo locale,nazionale, europeo.

Per dotarsi di una organizzazione , necessaria, snella  e soprattutto autonoma da pressioni esterne occorre un finanziamento pubblico e un minimo di regole condivise e obbliganti di democrazia interna . E usare l’incontro tra persone , l’interazione tra l’alto e il basso  della gerarchia, insieme col digitale, facendo tesoro, ad esempio, dell’esperienza delle Agorà, ben lontana dal partito piattaforma. 

Disponiamo già di un meccanismo come il 2 per mille, se i contributi dei cittadini e dei militanti, migliorabile se le somme conferire ai partiti tratti dalla denuncia dei redditi. sono contati per numero di contribuenti che hanno dichiarato la loro preferenza e non in funzione della consistenza del contributo volontario versato.

La proposta di legge che proponiamo alla discussione nei circoli pratica da subito questo obiettivo  e intende raccogliere valutazioni sulle indubbie difficoltà che potrebbe incontrare nella opinione pubblica ma anche sui suoi buoni argomenti: il principale è dare una concreta possibilità di contare a chi si iscrive ad un partito, di far pesare i suoi sentimenti e la sua conoscenza, di fare comunità e formulare obiettivi chiari e condivisi.  

Se contano solo i grandi finanziatori e non ci sono più luoghi fisici per incontrarsi , nè  digitali per distribuire contenuti, un partito , il nostro partito, muore o diventa qualcosa che non soddisfa certo le aspettative di nuovi e vecchi iscritti. Lo stiamo rischiando molto concretamente.

Contributo di Sergio Scamuzzi